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L'Apertura del Cuore


Opera dell’artista Teri Volini per la quarta edizione di Pietrarte 2003
Livigno, località Campaciol 12 –19 luglio 2003
Titolo dell’opera: “Cuore”
Materiale: pietra del luogo
Dimensioni: circa 60 mq.

Grande Installazione a Livigno

 

Vedi anche MUDRA

 

 

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L’opera Cuore è un opera di Land Art e deriva il suo fascino dall’inserirsi nel flusso di energia dalla Madre Terra evidenziandone la potenza e la bellezza, suscitando un rinnovato interesse e diffondendo la coscienza dei valori trascurati del nostro habitat . . .
Ritenendo la terra un corpo vivente, che ci nutre e che ci ospita, desidero fare delle opere in cui i suggerimenti, le suggestioni e i materiali usati provengono direttamente da lei .


Il traboccare della pena per la distruzione operata dagli esseri umani nei confronti della natura viene scritto direttamente sul corpo della Montagna con una parte del suo stesso corpo, realizzando una installazione in totale sintonia con la natura.

Quindi l’ azione nel suo insieme assume un valore drammatico, equivalente a un grido….e permette di verificare altresì l'assurdità del cronicizzarsi di un tragico stile di vita basato sulla violenza, la sopraffazione, la distruzione...
Sono convinta che L'Arte possa fare molto, risvegliando la consapevolezza in ognuno di noi, facendoci sentire parte di un tutto da cui dipendiamo ed in cui è indispensabile attivarsi per ottenere un cambiamento.
L'Arte può aiutarci a riacquistare il senso perduto o attutito di una comune responsabilità, ed a capire come l' insensibilità, l' indiffereuza, l'omissione... equivalgano ad una precisa complicità con gli autori di ogni delitto.
L'Arte, risvegliando le coscienze, può sottolineare come la leggerezza, la disinformazione e/o una ignoranza ben coltivata, la pigrizia, la rimozione... possano contribuire al perpetuarsi delle modalità mortifere invece che allo sviluppo di quelle basate sulla vita, l'amore, il rispetto e la civile convivenza.
Il Cuore barbaro

L’opera coniuga il valore estetico con quello comunicativo, facendosi portatrice di un messaggio proveniente direttamente dalla Madre Terra.
Questo messaggio ci riporta alla necessità di un cambiamento, nel senso del rispetto e della preservazione; ci ricorda l’improrogabilità di questa nuova coscienza che si riferisce ad una visione del mondo centrata sulla reverenza per la vita e tutte le sue manifestazioni.
La tragicità del non ascolto da parte degli esseri umani e della loro sempre più marcata insensibilità viene espressa e visualizzata con questo enorme Cuore pietrificato: quello dell’essere umano alienato, che ha perduto il contatto profondo con se stesso e con la natura: un essere umano che percepisce la Natura come altro da se, sentendosi superiore ad essa e arrogandosi il diritto di usarla a suo piacimento con i risultati che conosciamo.


In quest’ opera faccio ricorso ad uno dei più potenti simboli archetipi, forse il più antico e universale.
Si tratta infatti di uno di quei media ancestrali che hanno il potere di evocare e trasmettere -senza bisogno di parole- quelle idee, emozioni, sensazioni, proprie di ciò che Jung definisce inconscio collettivo e che appartengono sia al singolo individuo che all’umanità tutta, e perciò riescono ad essere portatori in maniera immediata e coinvolgente di forti messaggi…

Lo stupore, la poesia, la debanalizzazione

L’efficacia comunicativa dell’opera non è disgiunta dalla sua forza poetica.

Essendo il simbolo così universale, se ne rischia l’abuso e di conseguenza la banalizzazione: ma tale rischio viene eluso grazie alla consapevolezza dell’Azione e alle modalità con cui l’opera viene realizzata: le grandi dimensioni, l’enfatizzazione del medium, l’uso del simbolo del suo significato contrario

La grandiosità dell’opera non risponde ad una esigenza di auto-esaltazione, ma è strettamente funzionale all’intento comunicativo.
L’imponenza dell’opera favorisce infatti la visibilità, e attraverso lo stupore focalizza l’attenzione e stimola la ricerca dei significati di cui è portatrice.

Così l’enfatizzazione del medium , non essendo nata dal narcisismo dell’artista e non rispondendo al sensazionalismo fine a se stesso, diventa mezzo privilegiato di trasporto di stimoli vivi, indispensabili per il cambiamento degli atteggiamenti automatizzati.

L’uso del simbolo del suo significato contrario

Di solito il Cuore significa Amore. Usando il simbolo nella sua accezione contraria ( il disamore, la durezza del cuore, l’indifferenza, l’ insensibilità), l’attenzione dell’osservatore diviene ancor più viva, perché si usa arbitrariamente una caratteristica normale per la pietra -la durezza - attribuendole un significato negativo.
Infatti, il caparbio indurimento dell’animo e della mente, di cui sono compagne la protervia, l’ottusa indifferenza, l’insensibilita’ e innumerevoli altre simili “virtu’, sono in realtà proprie degli esseri umani.
Contemporaneamente, come artista di land art, nata io stessa in un luogo di pietra, realizzo il desiderio e il piacere di attuare un’ Opera in armonia con la natura, passando dalla Montagna Stregata di Castelmezzano (la montagna lucana a cresta di gallo ) a quella vulcanica dell’Etna
(i Monti Sartorius durante la grande eruzione del 1999) per realizzare quest’altra grande opera a Livigno, in Trentino.
Infine, anche quest’ opera pur essendo assolutamente inedita ed originale, fa parte di un percorso reale e metaforico che sto compiendo con la “Danza della Corda”.
Il momento del percorso attinente al simbolo “cuore” prevede diversi luoghi e modalità di attuazione, tra cui una mostra fotografica, una serie di installazioni, una mostra di sculture, scritti, azioni in arte coinvolgente e così via.
Così l’apparente semplicità in realtà è il concentrato di una miriade di eventi che iniziando ad Aprile si svilupperanno nel tempo.

Teri Volini