THE SOCIAL SCULPTURE

 

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BOOK IPERTESTUALE, pagine 102

 

(S)Cultura Sociale, un'arte che formi la cultura e la vita

 

La Scultura sociale come l'arte più importante; come sistema che trasformi tutto l'organismo sociale in un'opera d'arte” (J.Beuys)

 

 La ricerca di Armonia è alla base di tutta l’opera di Teri Volini, fin da quando esaltava e magnificavala bellezza e la generosità della Madre Terra tramite la pittura, esprimendo nel colore più vivido e nell’ombra più profonda, nella strutturazione cellulare delle immagini e nel misterioso disvelarsi dei mondi visibili e invisibili un amore intenso per ogni forma di vita, umana e non umana e per l’universo …

Quando alla fine degli anni ‘90 inizia il fatidico percorso che dalle opere pittoriche - con le quali aveva onorato la sua mission di comunicatrice di Bellezza - la porta a operare direttamente in natura e in ambiente urbano tramite Performances e Installazioni in grande e piccola scala - l’Artista non fa che rispondere all’esigenza di personificare ed esemplificare un vivere più intenso, cosciente e rispettoso di tutti gli esseri e della natura, nella percezione di essere Uno con tutto l’esistente.

Teri man mano dà dei nomi - forgiati cammin facendo - a quel concetto allargato di arte che “istintivamente” e intensamente pratica: Arte Coinvolgente o Partecipativa, Body art, Video Art, Textile Art, Writing Art, Land Art, Urban Art, Pubblic Art, No Will Art, Channeling Art, Art for Peace…

Con essa prosegue, fuori da ogni stereotipo, nella intuizione prima e nella dichiarata consapevolezza poi, che solo un ripristino del reale senso dell’arte può preservare quest’ultima - e chi la pratica - da un declino, inevitabile se continua a seguire le linee e i dictat di un certo tipo di cultura, di cui è spesso serva e complice.

 

 

 

 

Sente di essere sulla giusta via: quella di una ridefinizione dell’Arte nella Verità, Autenticità, Consapevolezzae Bellezza, in linea con Vita stessa; spinta e supporto di una rinnovata coscienza, permeata - e al tempo stesso divulgatrice - di valori fondamentali per l’umanità.

Che ciò possa ridare all’arte – e alla società tutta - nuova forza e significato, diventa sempre più chiaro all’Artista; e grande è la sua gioia quando ritrova importanti conferme a ciò, nella visione non solo di grandi pensatori, sociologi ed economisti illuminati, ma in quella di un grande maestro come Beuys, che - lei lo scopre tardivamente - già negli anni '70 propugnava nuove privilegiate possibilità per l'arte, che vedeva appunto strettamente collegata con lo sviluppo spirituale e umano di ciascun individuo: l’Arte Antropologica.

 

Esprimendo profeticamente un concetto rivoluzionario, Beuys parlava di un'arte che formasse la cultura e la vita

un concetto di Scultura sociale come l'arte più importante; come sistema che trasformi tutto l'organismo sociale in un'opera d'arte, dove sia incluso tutto il processo di lavoro, sia quello di Goya, sia dell'agricoltura, delle scienze, dell'educazione, della tecnologia.

Dove il principio di produzione e consumo prenda una forma veramente di qualità.

Si deve trasformare non solo il fare quadri e sculture, ma tutta la forma sociale.

Èun programma gigantesco.